24 gennaio 2014 GIORNATA DELL'AVVOCATO PERSEGUITATO
AVVOCATI IN COLOMBIA
La Colombia é un paese estremamente pericoloso per lavorare come avvocato e per difendere il diritto di accesso effettivo alla giustizia. Secondo l’informazione dell’ufficio del Procuratore Generale si sono verificate più di 4.400 aggressioni contro gli avvocati tra il 2002 e il 2012, e secondo la “Colombian Caravana UK Lawyers’ Group”, più di 400 avvocati sono stati uccisi dal 1991. Questo significa che in media in Colombia muore un avvocato al mese. Nei primi otto mesi del 2013, 11 avvocati sono stati uccisi solo nella regione del Valle del Cauca2.
Una piccola minoranza dei 200.000 avvocati in Colombia sono difensori dei diritti umani; impegnati nella rappresentanza delle popolazioni più vulnerabili alle violazioni dei diritti umani, compresi gli assassini extragiudiziari e le sparizioni forzate, cosi come le violazioni collegate al conflitto armato. Questi settori marginalizzati includono piccoli produttori agricoli, comunità urbane povere, sfollati all'interno del paese, popolazioni indigene e comunità afrocolombiane che vivono spesso in regioni ricche di risorse o strategiche. Questi avvocati che formano parte della comunità di difensori dei diritti umani in Colombia, rappresentano e danno voce a individui e gruppi che soffrono gli effetti delle drammatiche, violente e continue minacce ai loro mezzi di sopravvivenza, al loro modo di vita e alla propria esistenza. Questi avvocati, insomma, giocano un ruolo fondamentale nella garanzia dell’accesso alla
giustizia e alla difesa dello Stato di diritto.
A causa del loro ruolo nella lotta contro l’ingiustizia, i difensori dei diritti umani stessi sono spesso bersaglio di intimidazioni, arresti e violenza fisica, e alcuni sono stati persino assassinati. L’11 Settembre 2013, l’avvocato Edison Alberto Molina fu ucciso in Puerto Berrío, nel dipartimento di Antioquia. Fu colpito con uno sparo da aggressori sconosciuti quando tornava a casa in motocicletta con la moglie, a sua volta ferita. Molina aveva appena finito di presentare il suo programma di radio “Consultorio Legal”. Nel suo programma con frequenza accusava il governo locale di corruzione.
Un grande numero di minacce contro i difensori dei diritti umani viene da gruppi illegali paramilitari che, anche se ufficialmente smobilitati, in realtà continuano ad operare in tutta la Colombia. Queste minacce spesso contengono accuse contro gli avvocati di collaborazione con gruppi di guerriglia armata, mettendoli cosi a rischio di attacco. Secondo il Movimento delle Vittime di Crimine di Stato (MOVICE), il loro avvocato Jeison Pava é stato minacciato da gruppi paramilitari cinque volte, l’incidente più recente é successo nel luglio 2013, quando ha ricevuto una email minacciosa che accusava l’avvocato di essere membro della guerriglia. Il numero elevato di avvocati assassinati significa che queste minacce devono essere prese sul serio. Secondo le informazioni pubblicate dal programma Siamo i Difensori (Programa Somos Defensores ) gli assassinii dei difensori dei diritti umani sono aumentati del 27% nella prima metà del 2013 (da 29 casi nel 2012 a 37 nel 2013).
Recenti minacce ricevute da gruppi armati illegali contengono accuse contro avvocati e difensori dei diritti umani di ostacolare il lavoro di compagnie multinazionali. Il 4 Agosto del 2013 il gruppo paramilitare “Los Rastrojos - National Urban Commandos” ha fatto circolare un volantino indicando un numero di sindacalisti e membri di organizzazioni, tra cui il Collettivo di Avvocati di José Alvear Restrepo (Cajar) e l'avvocato José Humberto Torres del comitato di Solidarietà con i Prigionieri Politici (CSPP), come bersagli militari, e accusandoli di “attaccare le buone e nobili intenzioni di pace e prosperità economica dell’alto governo del Dr. Juan Manuel Santos e fermare il progresso delle compagnie multinazionali come Glencore, Drummond, Pacific Rubiales, AngloGold Ashanti ”. Questo é preoccupante perchè minacce come queste vogliono scoraggiare i difensori dei diritti umani a procedere contro le attività delle compagnie multinazionali. Rimane anche la questione di come queste compagnie possano dimostrare che non vogliano approfittare direttamente o indirettamente di questa situazione.
Infatti, gli avvocati che lavorano sui casi di violazione dei diritti umani nelle aree rurali dove i piccoli produttori provano a ritornare alle terre da dove sono stati espropriati illegalmente, spesso affrontano grandi pressioni. La comunità Pitalito8 nel dipartimento Cesar di Colombia, é stata vittima di un trasferimento forzato cominciato il 24 di Giugno 2010 a causa di atti violenti di membri dell’esercito nazionale, la polizia anti-sommossa ESMAD e di un gruppo di guardie armate private (‘los Guajiros’) che agivano per conto del Señor Juan Manuel Fernández de Castro, proprietario di una piantagione di olio di palma, è capo di Orlandesca ed é affiliato alla Federazione Nazionale di Agricoltori di Olio di Palma (Fedepalma). La comunità cominciò a rientrare nelle sue terre il 21 Maggio del 2013 accompagnata dagli avvocati del Legal Team ‘Pueblos’ e della Fondazione ‘Comitato di Solidarietà con i Prigionieri Politici, membri del Comitato Direttivo del Movimento Nazionale delle Vittime di Crimini di Stato (MOVICE), e hanno trovato numerose difficoltà sin dall’inizio. Nel Luglio 2013, il Señor Fernández de Castro ha denunciato alcuni membri della comunità e gli avvocati che li accompagnavano. Queste denunce equivalgono a una escalation delle accuse false contro gli avvocati con l’obiettivo di delegittimare il ritorno e a minacciare le loro vite, la loro integrità fisica e la loro libertà. Nel settembre 2013, gli avvocati Rommel Duran e Leonardo Jaimes Marín del ‘Pueblos’ Legal Team sono stati detenuti arbitrariamente dalla Polizia che li ha accusati verbalmente come membri della guerriglia quando si dirigevano alla comunità Pitalito9.
In un altro caso, il 1° di Agosto 2013, Manuel Garzón, avvocato della Commissione Inter-confessionale di Giustizia e Pace (CIJP) é stato seguito quando lasciava il suo ufficio in Bogotá, e gli hanno detto “fermatevi con quello che state facendo” (quédense quietos con lo que están haciendo). Si sospetta che i paramilitari sorveglino membri della ONG che lavorano con le comunità di Curvaradó e Jiguamiandó. Un giudice ha decretato il 30 Luglio che due uomini d’affari collegati all’industria africana dell’olio di palma erano
responsabili del trasferimento forzato, aggravato di cospirazione, e invasione di terreni di importanza ecologica. Li ha condannati a 125 mesi di prigione. Hanno lavorato insieme ad altri paramilitari. Un testimone ha raccontato alla ONG il 25 Giugno che gli uomini d’affari non pensavano nè di andare in carcere, nè di restituire le terre e che ci sarebbe stato un massacro se la condanna fosse
stata eseguita. Avrebbero ucciso non solo i leaders delle comunità di Curvaradó e Jiguamiandó, ma anche i membri della ONG10.
In questi ultimi anni, oltre alle minacce di gruppi armati illegali, gli avvocati hanno anche affrontato una campagna di raccolta e uso di dati contro di loro da parte dei servizi segreti colombiani, DAS (Dipartimento Amministrativo di Sicurezza). Il DAS aveva informazioni personali su illustri difensori dei diritti umani, compresi avvocati e giudici. L’informazione riguardava dati su di loro e le loro famiglie. In un caso conosciuto, una bambola insanguinata è stata inviata a un’avvocata di CAJAR, Soraya Gutierrez, insieme a una nota che le consigliava di fare attenzione a sua figlia. Le minacce contro le donne avvocato includono spesso contenuto sessuale o riguardano le
famiglie. Secondo il rapporto annuale dell’Alto Commissario per i Diritti Umani delle NU nel 2010, il DAS era coinvolto in questa minaccia a Soraya Gutierrez11.
Sebbene il DAS fosse sciolto e sostituito dal DNI (Direzione Nazionale di Intelligenza) e i suoi capi denunciati, diverse organizzazioni per i diritti umani hanno espresso preoccupazione perchè le informazioni su di loro non sono state eliminate e alcuni avvocati sono tornati ad essere protetti ufficialmente nel 201112.
I difensori colombiani dei diritti umani, compresi gli avvocati, hanno chiamato lo stato a sostenere pubblicamente il loro lavoro, e riconoscere che il diritto delle vittime ad accedere alla giustizia é legittimo e necessario al corretto funzionamento della giustizia in una società democratica. Tuttavia, le autorità dello stato hanno stigmatizzato il lavoro degli avvocati. Nel 2010, quando fu eletto il Presidente Santos ci fu un ottimismo iniziale sul miglioramento della situazione. Ma le dichiarazioni degli alti rappresentanti dello stato, mettendo in causa le decisioni giudiziarie in diversi casi, continuano a turbare l’indipendenza della giustizia e l’aumento dei rischi di coloro che cooperano con la giustizia. Di particolare preoccupazione sono le dichiarazioni fatte dalle autorità dello stato nel 2011, compreso il Presidente Santos, che hanno criticato il lavoro degli avvocati di CAJAR che investigavano sul massacro di Mapiripan. La Corte Inter-Americana per I Diritti Umani aveva condannato nel 2005 lo Stato come responsabile del massacro nel 1997 di 49 civili, i cui corpi furono smembrati con motoseghe e buttati in un fiume vicino dai paramilitari in collusione con l'esercito colombiano13.
Diversi ufficiali superiori hanno suggerito che le organizzazioni che rappresentano le vittime hanno degli interessi disonesti quando denunciano questi casi alle istituzioni internazionali e regionali per i diritti umani sostenendo l'esistenza di una “guerra legale” della
giustizia contro i militari.
Questo é un momento di estrema importanza per la Colombia. L’attuale dialogo di pace tra governo e le FARC é un segnale positivo che la Colombia potrebbe essere vicina alla soluzione del suo conflitto armato. Tuttavia, non si arriva alla pace solo con la firma di un accordo. Ci sono una serie di misure giudiziarie, politiche e sociali da prendere per arrivare a una pace sostenibile, con la garanzia che non si ripeta. Gli avvocati colombiani chiamano a un dibattito nazionale sul modello della giustizia di transizione che garantisca la fine del conflitto mentre rispetti il diritto delle vittime alla verità, alla giustizia e alla riparazione sotto la legge internazionale. Esistono serie preoccupazioni che la legislazione come la Struttura Legale per la Pace proposta dal governo, e l’espansione della giurisdizione militare già approvata, potrebbero condurre all’amnistia e all’impunità generale.
É fondamentale che la comunità internazionale mostri il suo sostegno agli avvocati della Colombia in questo momento, specialmente i
difensori dei diritti umani, nella loro difficile lotta per garantire i diritti delle vittime mentre sono sottoposti a minacce, uccisioni e alla stigmatizzazione del loro lavoro.
Vista la situazione difficile che affrontano, gli avvocati colombiani continuano a chiedere il sostegno della comunità internazionale e hanno chiesto alla Carovana Internazionale di Giuristi di visitare la Colombia ancora una volta nel 2014 per monitorare la situazione.